Uno spettacolo di divulgazione scientifica Chi ha paura del buio?
Lβesplorazione spaziale non rappresenta solamente la necessitΓ umana di oltrepassare i propri limiti. Γ anche, o forse soprattutto, il desiderio dellβuomo di sopravvivere al proprio tempo.
Questo meraviglioso e disperato sentimento umano Γ¨ incarnato in due piccoli oggetti a cui abbiamo dato il nome di βVoyagerβ.
Entrambe le sonde ora sono nello spazio interstellare dopo aver abbandonato l’eliosfera, a oltre 18 miliardi di km da noi, una distanza che la luce impiega circa 20 ore a percorrere.
Dopo oltre 40 anni, dopo averci regalato immagini indimenticabili come le prime immagini assolute di pianeti come Urano e Nettuno, o la celebre “Pale Blue Dot”, le Voyager ancora funzionano. Pochi dati, un segnale debole, ma sono ancora in grado di comunicare con noi.
Le missioni Voyager portano con loro anche due dischi dβoro, con incise alcune informazioni sulla specie umana: il DNA, la posizione del nostro pianeta, saluti e messaggi di pace in svariate lingue, musica.
Se qualcuno, un giorno, decifrerΓ questi contenuti scoprirΓ di un lontano pianeta unito nel segno della pace, della scienza e dellβamore reciproco.
Molto probabilmente le Voyager viaggeranno solitarie nellβimmensitΓ del cosmo per milioni, forse miliardi di anni. Sopravviveranno allβuomo e alla fine del nostro pianeta.
Percorreremo, insieme, uno dei viaggi piΓΉ straordinari che gli uomini abbiano mai intrapreso, un segno della loro infinita speranza e determinazione e del loro disperato bisogno di sopravvivere al loro tempo in un universo vasto e fantastico.